Anna Pierotich
Márton Taróczy
Sachbuch / Gesellschaft
Beschreibung
La vicenda ruota attorno alla tragica storia di Anna Pierotich, una donna complessa e tormentata che, accecata dalla passione e dal dolore, si rende colpevole dell’omicidio di Maria Gilardoni.
Anna, nata nel 1888 a Curzola in una nobile famiglia bosniaca, trascorre una giovinezza segnata da inquietudine e sensibilità estrema. Trasferitasi in Italia, a Firenze incontra Renzo Sebastianis, un ufficiale italiano con cui intreccia una relazione amorosa durata cinque anni e culminata in un matrimonio. Tuttavia, l’unione si rivela ben presto infelice e segnata da conflitti insanabili, fino alla separazione definitiva.
Dopo la fine del matrimonio, Anna conosce Guglielmo Gilardoni, un ex tenente degli arditi, a cui impartisce lezioni di inglese. Tra loro nasce una relazione intensa ma ambigua, che lei definisce passionale e lui invece insiste a considerare platonica. Il loro amore, che si nutre di un erotismo mentale e cerebrale, è intriso di ossessioni e tensioni emotive. Quando Gilardoni decide di lasciarla e partire per Berlino, Anna sprofonda nella disperazione e nell’odio, convinta che l’uomo le abbia distrutto la vita.
Spinta dal desiderio di vendetta, non si scaglia direttamente contro l’amato, bensì contro la madre di lui, Maria Gilardoni. Il giorno del delitto, Anna si presenta alla porta della sua abitazione e, appena la donna apre, le spara quattro colpi di rivoltella, uccidendola sul colpo.
Il processo che ne segue è drammatico e complesso. I giudici, pur riconoscendone la colpevolezza, le concedono attenuanti significative: la parziale infermità di mente e circostanze attenuanti generiche. La sentenza si conclude con una condanna a otto anni e sei mesi di reclusione, una pena giudicata da molti troppo lieve rispetto all’efferatezza del crimine.
Durante il dibattimento emerge l’eccezionale stranezza della personalità di Anna: il suo modo di vivere l’amore, la sua sensualità sublimata, la sua logica spietata di vendetta, che mira a infliggere una sofferenza eterna a Gilardoni colpendolo nel suo affetto più caro. Tuttavia, con il passare del tempo, la maschera della determinazione feroce crolla. Quando viene a sapere che sua madre è stata colpita da apoplessia a causa della notizia del suo crimine, Anna sprofonda nel rimorso. Il dolore e la consapevolezza della tragedia commessa la spingono a una commovente contrizione.
La scena finale del processo è struggente: quando il vedovo di Maria Gilardoni passa davanti alla gabbia degli imputati, Anna si prostra, implorando perdono. Il dolore si fonde in un unico pianto, mentre le lacrime dell’assassina e del vedovo si sovrappongono, segnando il definitivo annientamento della donna e la dissoluzione del sangue versato nella sofferenza comune.
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