Unità d'Italia
Michele Furci
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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geschichte
Beschreibung
Un libro dal contenuto innovativo: la ricostruzione della struttura dello Stato unitario dalla sua nascita (1861) ai nostri giorni (2024), 163 anni di vita politica che si intrecciano con la formazione della struttura istituzionale statale e le sue articolazioni territoriali. Un modello che nasce in una realtà statuale preunitaria, il Regno di Sardegna o sardo-piemontese che, dal 17 marzo 1861, senza alcuna mediazione politica, economica, culturale e sociale, viene imposto sull’intera penisola italiana a tutte le comunità degli Stati preesistenti. Non in ragione di una politica di coesione o di un meticciato culturale tra le diversissime collettività, che costituiscono ora le venti Regioni dello Stato italiano, bensì in virtù di articolati di leggi calate dall’alto. Una forma di Stato o Monarchia costituzionale albertina che irrompe in un contesto di pratiche relazionali sedimentate e interiorizzate dai suoi popoli nel corso di secoli di storia. Sicché, per evitare un approccio acritico o polemico tra nostalgici del risorgimento italico e coloro che albergano idee secessioniste di maniera, la scelta effettuata in questo volume è stata quella di ricostruire il profilo storico della struttura dell’Amministrazione Pubblica, attraverso i vari contesti storico-politici, con l’obiettivo di evidenziare piuttosto la sua funzionalità al disegno ideologico dei reali protagonisti del potere di ogni periodo. Emerge in tal modo il profilo delle forme con cui la Politica dominante di volta in volta ha modellato e utilizzato le strutture istituzionali per governare i processi sociali sin dalla fase costitutiva della Nazione. Nella dimensione organica con cui è assegnato il ruolo all’intera struttura del Pubblico Impiegato, anche quando talvolta l’esercizio assume funzioni autonome in termini di tecnostruttura, il potere politico ha riservato a se il primato e la scelta secondo l’indirizzo o le opzioni programmatiche di cui è portatore chi governa i processi sociali. Attraverso il profilo dell’evoluzione dell’Organizzazione della Contabilità delle Amministrazioni e dei Servizi Pubblici, s’è fatto emergere in particolare il livello raggiunto sul piano professionale e organizzativo della Pubblica Amministrazione che giunge sino ai nostri giorni. Ciò è servito in primo luogo per comprendere l’evoluzione del ruolo e delle funzioni del servizio pubblico, ovvero il governo delle istituzioni statali e delle sue articolazioni territoriali, nelle fasi in cui in realtà si decidono e si determinano i processi gestionali delle Amministrazioni pubbliche. Si tratta dei momenti cruciali durante cui, con il fisco e l’utilizzo della perequazione, si governano i destini economici e sociali delle comunità di riferimento. Valutando il peso di dette ricadute e le pieghe che le strutture istituzionali assumono in virtù del modello funzionale al disegno politico, il giudizio sulle nuove forme che s’intendono realizzare con l’autonomia differenziata emerge concretamente e in maniera oggettiva. Nel corso degli ultimi venticinque anni, tuttavia è avvenuto un mutamento profondo nel ruolo e nella funzione della tecnostruttura al punto che, paradossalmente, il governo concreto e le ricadute dei suoi atti non risiedono più nella classe politica ma nelle mani della burocrazia. Dal riesame storicizzato emerge in maniera evidente che, sebbene la PA e le forme di Stato e di Governo abbiano avuto nell’arco temporale di centosessantatré anni modelli molto differenti, il dualismo tra le due Italie è andato sempre peggiorando le condizioni del Mezzogiorno, il cui svantaggio strutturale provocato sin dall’inizio rischia ora di peggiorare irrimediabilmente. Ciò perché, sin dalla sua formazione come Stato Unitario ed anche dopo con la Costituzione dell’Italia Repubblicana nel 1948, le regole fondamentali delle dinamiche economiche e finanziarie non hanno avuto la piena aderenza e di conseguenza il medesimo impatto sulle comunità originariamente differenti. L’imposizione del modello funzionale al ceto politico piemontese nel primo periodo, 1861 – 1918 (primo mezzo secolo di Regno d’Italia), ha edificato una struttura economica che fintanto che non sarà equilibrata renderà sempre diseconomico qualunque investimento produttivo nelle Regioni del Mezzogiorno. In aggiunta alla desertificazione economica vi sarà l’ulteriore abbandono delle fasce giovanili e il crollo delle strutture della pubblica amministrazione e con essa dei servizi primari del vivere civile.
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Storia d'Italia politica e anninistrativa