Dal mio punto di vista 2
Tino Sabaschi Dini
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Sachbuch / Volkswirtschaft
Beschreibung
“Dal mio punto di vista” è stato il mio primo sfogo personale riguardante la situazione sociale, politica ed economica dell’Italia negli ultimi vent’anni: più esattamente dalla discesa in campo di Berlusconi fino al 2017.
Ora ho sentito il desiderio di ripetere questa esperienza; di certo non per convincere qualcuno o perché capace politologo sicuro della bontà delle mie riflessioni ma, anche questa volta, per esercitare una specie di diritto di replica, sempre tra il serio e il faceto.
Nel 2018, si sono tenute le elezioni politiche, vinte da nessuno; gli unici partiti ad aver ottenuto un discreto successo sono stati Lega e Movimento 5 Stelle. Assieme costituivano una forte maggioranza parlamentare e, spinti anche da media e opinione pubblica, hanno deciso di dar vita a un Governo sulla base di un programma, in teoria, condiviso, nonostante le loro profonde differenze ideologiche.
L’esperimento, presieduto da Conte e guidato da due leader, Matteo Salvini per la Lega e Luigi Di Maio per i 5Stelle, è durato poco più di un anno; poi, Salvini ha deciso di far cadere il suo stesso Governo. Scelta dovuta ai problemi nati in seno alla Lega, all’impopolarità che l’imminente finanziaria avrebbe potuto causare al Leader leghista e a una strategia politica personale. Sta di fatto che, per impedire una crisi e tornare al voto, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno accettato di formare un nuovo esecutivo presieduto sempre da Conte: esperienza che durerà quasi un anno e mezzo. Che le cose potessero precipitare all’improvviso se n’era avuto sentore quando, a pochi giorni dalla formazione del nuovo governo, Matteo Renzi aveva annunciato la sua fuoriuscita dal Pd, portandosi dietro circa quarantasei parlamentari, per fondare un suo partito, denominato “Italia viva”.
Per non alimentare sospetti sulle sue reali intenzioni, il leader della nuova formazione aveva garantito che non avrebbe fatto mancare il sostegno al governo Conte. Tuttavia, l’esperienza ci ha insegnato che l’affidabilità non è mai stata un pregio di Renzi; il resto è attualità.