Galeazzo Sommi Picenardi
Antonio Stola
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Belletristik/Erzählende Literatur
Beschreibung
Questo piccolo racconto, basato su testimonianze scritte, ripercorre una vicenda sfortunata, di un brillantissimo comandante italiano, che aveva progetti ambiziosi, per se’ e per la sua Patria,l’Italia.Purtroppo, una vicenda poco fortunata, ha privato, tutti noi, della possibilità di vedere realizzati i suoi sogni.Tra gli altri particolari che mi sono stati detti e che mi vengono in mente proprio adesso,la vicenda di alcuni tarantini, che trovarono rifugio, in paesi qui intorno, forse timorosi di qualche esplosione, la reazione dura di uomini, che abitavano qui intorno che accorsero subito a Taranto, per dar man forte a chi difendeva i soccorritori, e che,a vario titolo, non è più tornato, a coloro che, a Taranto e qui intorno, sfioro’ persino la pazzia ,per difendere il comandante, la vicenda di una tarantina, di umili origini,dai modi graziosi, che strinse amicizia, con Sommi, gli ultimi mesi della sua travagliata vita e che ,per ultima,tradì, ma solo per ultima, le voci che danno per sopravvissuti, alcuni marinai i cui corpi non sono stati più trovati, e che si rifugiarono nei paesi qui intorno, l’inerzia delle istituzioni, nei confronti dei circoli filo-austriaci, come,sembra, l’alahambra, ed altri caffè, caffè chantant,caffè concerto,numerosi nella città vecchia.Il comandante perdono’ l’umile popolana, perchè aveva tradito, solo all’ultimo, quando si giocava a carte,ma d’azzardo e lei non aveva soldi,per giocare.I racconti parlano, anche degli acuti, della città vecchia, e delle informazioni, che avevano, ma che non riuscivano a far filtrare , in ambienti militari.Taranto in quel periodo era molto lontana dall’apparire una onesta e produttiva città impegnata a respingere,il nemico, come era stata nei secoli precedenti.L’episodio del sommergibile U.C.12, testimonia,che i nostri nemici si infiltravano, nelle nostre strutture difensive, sino a minacciare direttamente, la parte più notevole della nostra flotta, ed anche unita’ nemiche.Queste ultime, per garantire alle nazioni di loro appartenenza, il libero passaggio,nello stretto, bombardarono, per settimane, lo stretto, in maniera,pero’,insufficiente sotto intenso e preciso, fuoco nemico.In tal modo, tre corazzate della flotta anglo-francese,venivano centrate,da lontano, con precisione e affondavano, mentre altre due,erano danneggiate,dalle precise batterie turche,antinave,dirette da esperti tedeschi,sembra.Questa battaglia, forse,avrebbe dovuto vedere la partecipazione di navi italiane, e dei nostri comandanti, che,pochi anni prima, sempre contro i turchi avevano dato prova di abilita’ e di precisione, dai 20-25 km,con i nostri incrociatori, distanza,non eguale a quella delle navi anglo-francesi, che lanciavano,con estrema precisione, da 30-33 km.La spettacolare battaglia,resta,per me una dei più rilevanti,e decisivi, contatti balistici,del ‘900, sia, per precisione,sia per accanimento,sia nel riuscire a produrre una notevole celerità balistica e velocità della prima salva (volume di fuoco), e, sia per ardimento di comandanti ed equipaggi.