Il Dio dei viventi
Grazie Deledda
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Belletristik / Gegenwartsliteratur (ab 1945)
Beschreibung
Zebedeo nasconde il testamento di Basilio, suo fratello maggiore defunto, per mantenere all'interno della sua famiglia l'eredità che spetterebbe al piccolo nipote Salvatore, figlio illegittimo del fratello. Però Zebedeo non riuscirà mai a liberarsi del senso di colpa per il misfatto compiuto. Incontrerà, in seguito, Lia, la madre di Salvatore e ex-amante del fratello, offrendosi di sostenere economicamente lei ed il figlio, ma non confesserà mai il suo crimine.
La narrativa della Deledda si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte sulle quali aleggia il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile fatalità. È stata ipotizzata una somiglianza con il verismo di Giovanni Verga ma, a volte, anche con il decadentismo di Gabriele D'Annunzio, oltre alla scrittura di Lev Nikolaevic Tolstoj e di Honoré de Balzac di cui tra l'altro la Deledda tradusse in italiano l'Eugenia Grandet. Tuttavia la Deledda esprime una scrittura personale che affonda le sue radici nella conoscenza della cultura e della tradizione sarda, in particolare della Barbagia.
Maria Grazia Cosima Deledda è nata a Nuoro, penultima di sei figli, in una famiglia benestante, il 27 settembre 1871. E’ stata la seconda donna a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1926. Morirà a Roma, all'età di 64 anni, il 15 agosto 1936.