Parole dalla Quarantena
Leo Annunziata
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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geisteswissenschaften allgemein
Beschreibung
Tutto può la reclusione forzata della quarantena, eccetto arrestare il pensiero e proteggere dal fuoco amico dei ricordi. Questi, anzi, sembrano quasi muoversi a un ritmo più veloce, cospirando con il futuro, tratteggiando la forma della prossima nuova normalità. Così Annunziata ha vissuto e raccontato il suo isolamento casalingo, afflitto dalla consapevolezza che nessuna porta chiusa è capace di tenere fuori la minaccia potenziale del contagio. In una celebre Bustina di Minerva, Umberto Eco racconta del rapporto che ognuno può avere coi libri che ha in casa. Quelli letti e quelli in attesa del loro spazio. Qui l’autore dà corpo e forma a quell’immagine, imbastendo una conversazione con le letture più care e stimolanti e quelle programmate: così prende in prestito stralci e citazioni dalla biblioteca dei ricordi, che restituisce ogni volta nuovi, aggiunti di qualcosa. L’eco della pandemia finisce sullo sfondo grazie a protagonisti inattesi: un gatto che inconsapevolmente ha toccato corde che si credevano mute, un uccello che si è prestato alla metafora della liberazione. Infine, il conforto di una compagnia di amici, vicini e lontani, cui si offre e si chiede l’esorcismo della paura, attraverso lo scambio di allegria e leggerezza. Le parole della quarantena di Annunziata sembrano venire da un tempo lontano, per parte andato, per altra tutto ancora da pensare. Da dove sto scrivendo? Spesso si chiede Annunziata. Lo scoprirà chi vorrà chiedersi: da dove sto leggendo?
Francesco Nardi