Il corvo e altre poesie
Anonimo del XXI secolo
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Belletristik / Lyrik, Dramatik
Beschreibung
C’era uno stanzino nella mia casa in montagna. Ci tenevo un tavolino, una scopa, un secchio e alcune altre cose. Una notte li udii bisbigliare dallo stanzino, ma quando aprii la porta non c’era nessuno.
E così per molte altre notti. Sembravano frasi sconnesse, senza un apparente significato, ma con un po’ di pazienza riuscii a distinguere un filo conduttore.
Iniziai presto a temere che mi avrebbero chiamato per nome. Mi rigiravo sul letto con questa paura.
Ognuno aveva il proprio aspetto, il proprio timbro di voce.
Ogni volta che li sentivo, aprivo la porta e... e loro tacevano.
Dubitai della mia saviezza, sì, mi dicevo, sono impazzito. Presto non riuscii più a farne a meno. Origliando con l’orecchio appoggiato alla porta ebbi la necessità di appuntare ciascuno di essi in un taccuino. Scampai alla morte, che sarebbe stata indotta dalla pazzia. Ma non ero pazzo. Ero solo. Non poi così tanto, c’erano essi a farmi compagnia. Dopo molti anni spensi la lampadina dello stanzino e chiusi la porta, per l’ultima volta, ma era un altro giorno, un altro luogo, e i miei capelli bianchi allo specchio del breve corridoio ne erano la conferma. Uscii e un altro mondo, che mi aveva atteso, si schiuse ai miei occhi. Ero ricco e non lo sapevo. L’anima del poeta che aveva concepito le voci e le aveva maledette chiudendole nello stanzino, mi aveva forgiato e istruito, ed era successo un po’ quello che succede ai draghi nel loro periodo di cova. Ero ricco. Era ricco lo spirito. Sapere, valori, benessere. Quando un giorno rammentai del taccuino lo cercai e lo lessi, e così poi decisi di farne un libro di poesie, ricordando che il precedente proprietario della casa in montagna ne era il vero autore. Con la vecchiaia non rammentai più con esattezza come fosse nato quel libro di poesie, né se fossi io l’autore… ma ora che mi sono reincarnato ho ricordato il passato, di un’altra vita. Però avverto che quelle creature mi inseguono. Sono arrabbiate. E sogno spesso che il mio corpo viene riesumato e al posto mio c’è il poeta maledetto. Finché... Finché... Una notte viene ancora una volta riesumato, e finalmente sono io. Così, dimentico tutto e chiudo gli occhi in pace con me stesso, per sempre.
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Schlagwörter
fantasmi, horror, Lovecraft, corvo