Antisindacalità della condotta datoriale e tecniche di difesa processuale
Simone Caponetti
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Beschreibung
Uno dei primi nodi da sciogliere quando si tratta di condotta antisindacale è il problema di quali comportamenti sono connotati da antisindacalità e, più in generale, quali siano i limiti della tutela offerta dall’art. 28 stat. lav. Non si può, sul punto, non condividere il rilievo per cui non può esserci coincidenza tra il comportamento semplicemente ostile al sindacato e quello giuridicamente antisindacale. Un’eccessiva espansione della nozione, infatti, sterilizzerebbe il conflitto annichilendone una parte, quella datoriale, impossibilitata ad opporsi all’altra che vanta della formidabile tutela offerta dall’istituto in esame. Più realisticamente, è ormai accettata la risalente formula coniata dalla dottrina che considera legittima l’opposizione datoriale nel conflitto e illegittima l’opposizione al conflitto, il che renderebbe la norma una sorta di strumento di garanzia del rispetto delle regole del gioco delle relazioni industriali.
In effetti, non si può dimenticare che, seppure in misura diversa, è costituzionalmente garantita, accanto ai diritti di associazione sindacale e di sciopero, anche la liberà iniziativa economica privata. Il riconoscimento e la legittimazione di queste due attività, così spesso in vicendevole contrasto, non è altro che un argomento a favore del riconoscimento del conflitto (che dunque non potrà essere sedato ex lege) come strumento per il raggiungimento di un equilibro tra istanze divergenti (...)