Il peso della solitudine

Clades

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Aletti Editore img Link Publisher

Belletristik / Lyrik, Dramatik

Beschreibung

Il libro è stato sviluppato con la tecnica del Prosimetro dal poeta Clades, all'anagrafe Claudia Pagliuca. Il suddetto nome d'arte deriva dal latino e significa distruzione, intesa come la distruzione dell'io in mille parti, volti da maschere celati, perciò a lui sconosciute, e rivelatesi finzioni di fronte alla coscienza dell'anima, velata nella realtà svelata dal dolore perché le sue lacrime riempiano il vuoto nell'abisso dell'inconscio.
La storia, narrata dal protagonista in prima persona, si articola in sette capitoli. Il primo capitolo tratta la tematica della maschera e l'amore mai vissuto che si rivela perciò essere un inganno. Nel secondo capitolo sciolta la maschera va il protagonista alla ricerca del bello, la bellezza assoluta, il mistero dell'esistenza. Nel terzo capitolo colpevolizza sé stesso per la bellezza perduta, ciò che crebbe essere l'amore. E rifugia le sue speranze come figli nel grembo d'una madre. Nel capitolo quattro dall'agonia più sofferta partorirà Dio, l'essenza del bene, nella sua forma più alta : la Poesia. Nel capitolo cinque supererà anche il dolore più estremo fino a redimere l'anima dal peccato che aveva creduto la vita frutto dell'atroce violenza, per ritrovare, nel capitolo sei, la bellezza del creato, per l'uomo : La scoperta del miele nell'arnia della vita. Ricordandone gli aculei e i brusii che lo trafiggono gridando al mondo la voce dell'amore solo, che tra le mani nulla più stringe, se non un briciolo di poesia. È a lei che si rivolge nei primi versi del capitolo sette, a colei che della felicità nulla cerca e tutto sa. Ma ha perduto perché si rende conto di possedere la poesia solo nei suoi pensieri. Lo ingannò la solitudine, ma un inganno che pur gli fu lieve, perché levò la maschera al volto della poesia, misurando il peso della sua anima e vide che in lei vi ci riflettevano altre cento persone, così i due occhi azzurri com'è azzurra la fanciullezza divennero nuvole d'asfalto, strade in cui camminavano sagome, volti conosciuti al lume della sofferta gioventù. Ecco dunque il dolore che ride della vita, tra le lacrime, ecco il sorriso ch'io volli chiamar Poesia. Ebbene sì, questa si rivela essere un'opera autobiografica, la parola chiave che lo rivela è il "genio". Costui è di fatti il poeta che si distacca dalla meccanicità delle regole e crea qualcosa di nuovo, fino a raggiungere il sublime metafisico dolore dell'uomo che evoca nella natura la travolgente forza dell'anima che prescinde dai sensi e levata la maschera non resta che assorbire dentro di sé la perfetta bellezza.

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Hafez Haidar, Aletti Editore, Clades, Il peso della solitudine, ita, Altre Frontiere, ara, poesia