"Coronavirus"La pandemia del Millennio.
Giacomo Pietoso
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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Theater, Ballett
Beschreibung
L’11 marzo 2019 il cosiddetto “Coronavirus“ è stato ufficialmente dichiarato dall’organizzazione mondiale della sanità un fenomeno di pandemia sociale. Un’epidemia che è stata capace di modificare in maniera silente le abitudini, la quotidianità tra la gente. Un improvviso, drastico e repentino cambiamento portando ognuno a un vero e proprio isolamento nelle proprie abitazioni. Una rivoluzione di pensiero e di azione senza precedenti. Nel frattempo, qual è la situazione di ogni singolo individuo in isolamento? Innanzitutto, ci tengo a precisare che lo slogan “tutto ritornerà come prima“ oppure “tutto andrà bene“, non fanno altro che amplificare il fallimento di tutti quei settori che dovevano rappresentare un punto di riferimento per orientare le scelte degli individui. Inoltre, sono slogan che sottolineano una situazione psicologica di una società che aveva basato le scelte della propria vita su modelli sociali che hanno mostrato tutte le loro crepe facendo acqua dappertutto. Modelli che invece dovevano allegoricamente rappresentare il simbolo di contenitori come coltura, ideali, senso morale, senso civico, solidarietà nei confronti del proprio simile. Ha fallito la politica che doveva tutelare il benessere della collettività. Ha fallito la scuola che doveva istruire trasmettendo una sana cultura e non invece insegnare a “riuscire“ e ad essere i primi della classe. Ha fallito l’economia, la finanza che doveva distribuire in modo equo e giusto, tra le popolazioni sulla terra. Ha fallito l’industria che doveva rispettare la natura. Hanno fallito i Mass media che sono stati confusionali e omissivi. Ha fallito la sanità incapace di distribuire un kit personale di banale produzione come mascherine e guanti. Infine, su tutti, ha fallito la scienza che invece di investire tempo prr mettere in circolazione il vaccino, perde tempo prezioso stilando statistiche e giocando a Piccoli chimici. Intanto il paziente muore. Ritornando agli slogan spero che tutto non ritornerà come prima, ma meglio di prima. Tutto andrà bene? Mi chiedo, ingenuamente, cosa? Siamo in uno stato di guerra a tutti gli effetti. Ci chiedono di restare in casa per non diffondere il contagio o almeno limitarlo. Poi ci chiedono di aiutare con bonifici bancari perché i mezzi e le strutture non sono efficienti. Non vi sembra assurdo? Ritorniamo al punto di partenza e cioè all’isolamento di ognuno di noi. Come comportarci? Ci sono delle regole, azioni, accorgimenti che possono aiutarci in questo momento così delicato? Se la risposta è sì, quali sono? Non lo so se ci sono delle regole precise che possono valere per tutti, ma una cosa è certa e cioè il rinnovamento. Ognuno di noi potrebbe approfittare di questo isolamento per mettersi in discussione ritornando in nuova linfa. Rinnovarsi e ritornare in una nuova luce, diversa da prima, magari migliore. Purtroppo per questo rinnovamento non esistono regole e schemi predefiniti da seguire. Ognuno ha il suo viaggio da fare. Questa volta però il viaggio è dentro se stessi. Un viaggio con coraggio e senza paura. Un viaggio che deve avere come scopo quello di portare alla luce tutto ciò che fino adesso, è stato recluso nelle profondità dell’anima. Una reclusione, forse, dovuta a una vita frenetica che ci stava facendo perdere il bello e il senso della vita stessa. Una vita fatta di continue rincorse per poi ritrovarci sempre al punto di partenza, sempre più vuoti di spirito e di sentimenti. Una vita che magari non meritavamo, ci siamo ritrovati dentro a un’ampolla gigante come spettatori in un mondo con i sensi ovattati, senza nemmeno accorgercene.