Vecchie storie d'amore (Novelle)
Adolfo Albertazzi
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Belletristik / Gemischte Anthologien
Beschreibung
Adolfo Albertazzi (1865 – 1924) è stato uno scrittore italiano, discepolo, amico e biografo di Giosuè Carducci. Di lui Giovanni Papini scrive: "uno dei pochi prodigi della vivente letteratura italiana"; Luigi Russo lo giudica "Narratore ricco di ingegno e di cultura e di nobilissime intenzioni, ma povero di temperamento". Scrisse romanzi e racconti sullo stile di Maupassant, saggi critici e libri per l'infanzia. Nelle raccolte di novelle mostra, nell'ambito del gusto verista, un particolare spirito ironico e felici momenti lirici. Scrive l'autore nella nota di chiusura: "…. L’indagine psicologica, l’osservazione e lo studio del fenomeno spirituale, l’analisi del sentimento sono la caratteristica della nostra età e il tormento nostro. Il cronista narra della ragazza che s’è avvelenata e riferisce i particolari piú minuti del fatto; ma non ci bastano essi, e vorremmo sapere quale successione di pensieri dolorosi o folli, quale aberrazione di sentimento ed esagerazione di passione erotica, quale cumulo di avverse circostanze esteriori e che influenza di contorno ha condotto quella femminetta al proposito insano. Ma l’arte quando esagera le tendenze dell’età sua si pervertisce sempre e pervertisce e stanca: onde l’uggia del romanzo psicologico decaduto a una specie di psicologia romanzesca; onde il rimprovero che si muove pure ai poeti di ricercar troppo e con morboso compiacimento le sensazioni insolite, le esagerazioni sentimentali, le infermità psichiche nella passione umana; e quindi anche il desiderio che l’arte si ritempri ai modi degli artisti sani e validi, e, pur rinnovandosi, anzi per rinnovarsi meglio, si rifaccia espressione schietta e forte del sentire e della vita. Del qual desiderio tenuto conto, non sarebbe meraviglia se a qualche scrittore venisse l’idea di rinnovare, con invenzione sua, il racconto del fatto antico…". Ma "...nessun grande artista si sottrasse mai del tutto al suo tempo, pur quando ne avversò i gusti e ne avvisò gli errori, e in arte non si saltano impunemente quattro o cinque secoli…"