Patrizia Vaier non esiste
Renzo Samaritani
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Ratgeber / Altes Wissen, Alte Kulturen
Beschreibung
Scritto con Patrizia Vaier.Renzo Samaritani intervista Patrizia Vaier, con domande raccolte in rete, che risponde su temi a lei cari quali la Spiritualità, il Pensiero Positivo, il Vegetarianesimo.Biografia:Da sempre interessata e affascinata dalle religioni e dalle scuole di pensiero che muovono le masse, ha studiato i testi sacri più importanti soffermandosi a lungo con ricerche meticolose sull'antropologia delle religioni, con un'attenzione particolare alle filosofie orientali di pace ed ai sincretismi del post 900. Ha dedicato molti anni allo studio del pensiero positivo e al fianco di grandi maestri zen, seguendo tradizioni millenarie di antichi popoli vicini e lontani, ha messo a punto una metodologia che porta ogni individuo a raggiungere il proprio benessere fisico e psicologico con un atteggiamento positivo e con una pratica costante atta a rimuovere i limiti che impediscono il progredire nei vari campi e nelle molteplici fasi della vita umana intesa come transito terreno.Era l'agosto del 1988, un pomeriggio caldissimo, ero a casa in un riposo irreale, con la percezione che stava per accadere qualcosa che avrebbe cambiato il corso della mia vita. Il suono del campanello mi riportò alla realtà e con stanchezza mi alzai per andare ad aprire la porta, quasi dispiaciuta di aver interrotto i miei pensieri. Mi ritrovai difronte un ragazzo con una tunica bianca, il capo rasato e con un codino che mi fece sorridere, il caldo rallentava i suoi movimenti, era carico di libri e mi chiese di vederne insieme qualcuno, lo feci entrare e gli offrii dell'acqua fresca.Solo dopo imparai che si trattava di un Brahmacari, uno studente casto ed il suo codino era una sikha e sempre dopo molto tempo capii che proprio lui, il suo incontro, avrebbe cambiato il mio viaggio. Il suo nome oggi è Shuba Krshna. Mi lasciò dei libri e mi disse di leggerli, al momento dei saluti non pensavo che lo avrei mai più rivisto, non sapevo il suo nome, non sapevo dove viveva, sapevo solo che la sua serenità e la pace che le sue parole e il suo atteggiamento mi avevano trasmesso erano abbastanza da cercare di capire...Lessi i libri, quelle righe che scorrevano davanti ai miei occhi rapivano il mio interesse e sentivo una voglia di conoscenza di quel mondo che sembrava lontanissimo. Quelle pagine poi emanavano un profumo che mi donava pace. Dopo un anno esatto il bramachari tornò a trovarmi, mi portò degli omaggi dall'India, delle tele dipinte a mano e dei biscotti buonissimi, mi spiegò che li aveva fatti lui e non contenevano niente che avesse fatto soffrire un essere vivente. Mi lasciò degli altri libri e ripartì. Ricevetti la sua visita, una all'anno, per molti anni ancora e tutte le volte restavano in sospeso molti argomenti. La mia sete di sapere era tanta. (...)